Finanza Combinata:
la chiave per trasformare le opportunità in progetti concreti
Settimana 29/9–5/10 | Sintesi operativa da Il Sole 24 Ore
In un contesto economico in continua evoluzione, tra incentivi in arrivo, transizioni produttive e mercati da presidiare, emerge con sempre maggiore forza un concetto centrale: la finanza combinata. Non parliamo più solo di incentivi o credito, ma della loro integrazione strategica per costruire progetti cantierabili, sostenibili e misurabili.
Ecco i principali segnali emersi nella settimana, letti proprio in questa prospettiva.
1. Energia: non bastano gli incentivi, servono progetti misurabili
La transizione energetica si gioca sulla capacità delle imprese di strutturare interventi concreti, coerenti con le policy e finanziabili.
Il nuovo DL Energia semplifica l’iter per le “aree idonee” e introduce corsie autorizzative rapide.
È in arrivo il Conto Termico 3.0, un contributo diretto (non in credito d’imposta) utile soprattutto per le realtà con bassa capienza fiscale.
Per l’autoproduzione energetica delle PMI, la finestra PNRR è prorogata fino al 10 novembre.
Traduzione operativa: servono progetti tecnici, validabili, con ritorni chiari. Qui la finanza combinata entra in gioco per mixare contributi diretti, credito/leasing e garanzie a sostegno dell’investimento.
2. Transizione 4.0 + 5.0: si va verso una misura unica
Le nuove misure agevolative per l’innovazione stanno convergendo in un unico schema combinato che coinvolgerà transizione digitale, energetica e sostenibilità.
Le imprese devono preparare progetti “cantierabili”: diagnosi energetiche, KPI, interconnessione.
L’obiettivo sarà accedere a un mix: credito/leasing + garanzie pubbliche + incentivo fiscale.
Punto chiave: il sistema premia chi si struttura in anticipo. Progetti solidi, validazioni tecniche e piani di ritorno diventano le nuove condizioni di accesso alla finanza agevolata.
3. Fisco e compliance: il “non detto” che può bloccare l’accesso ai fondi
Il rapporto con il fisco diventa sempre più rilevante nella valutazione di merito creditizio e nella concessione di incentivi.
Chiusura delle adesioni al concordato preventivo biennale e avvio dei controlli mirati.
Prevista una nuova finestra di ravvedimento speciale (1 gennaio – 15 marzo 2026).
Attenzione alla tassazione per autonomi in caso di cessione di contratti di leasing.
In chiave finanziaria, la compliance fiscale è condizione essenziale per accedere sia a misure pubbliche sia a strumenti bancari e assicurativi. Finanza combinata e compliance vanno di pari passo.
4. Credito e garanzie: serve un piano B
Il sistema delle garanzie pubbliche (Fondo PMI, SACE) è ancora attivo, ma non è eterno. In molti casi conviene chiudere ora le operazioni in essere.
Si apre il dibattito sul futuro del Fondo PMI: prudente dotarsi di garanzie private o collaterali alternativi.
Cresce l’importanza di un impianto finanziario credibile: piani fonti–impieghi solidi e DSCR (Debt Service Coverage Ratio) ben evidenziato.
In ottica di finanza combinata, la garanzia è l’anello che permette di far dialogare banche, investitori e incentivi pubblici. Va pensata all’interno del progetto, non come accessorio a posteriori.
5. Export e dazi USA: proteggere il margine operativo
Il commercio internazionale torna sotto pressione. Caso simbolico: la pasta italiana a rischio dazio fino al 107% dal 2026.
Le aziende devono fare stress-test dei margini, aggiornare listini, verificare i codici doganali (HS-code).
Attivare coperture assicurative (SACE) e valutare strumenti di factoring export.
La gestione del rischio commerciale rientra oggi a pieno titolo nella logica della finanza combinata: coperture + credito + strategia commerciale.
6. Capitale per crescere: venture capital in arrivo per industria e energy-tech
In fase di lavorazione normativa l’apertura di casse e fondi pensione al venture capital (entro il 2026), con l’obiettivo di finanziare le scale-up ad alta intensità industriale o energetica.
Il venture capital, se combinato con debito garantito e garanzie pubbliche, può diventare uno strumento potente per le imprese in crescita. La finanza combinata può unire pazienza e scalabilità.
7. Macro e mercati: contano i ritorni, non i bonus
L’inflazione in eurozona si attesta intorno al 2,2%.
Le borse restano solide.
La prossima manovra si preannuncia “leggera”.
Il sistema pubblico non ha più margini per incentivi generalizzati. Per questo, la chiave diventa costruire progetti con ritorni misurabili, finanziabili in modo strutturato, e capaci di attrarre capitali anche privati.
Conclusione: non è più tempo di strumenti singoli
La logica della finanza combinata – ovvero l'integrazione di incentivi, credito, garanzie, capitale e coperture assicurative – non è una moda, ma una necessità operativa.
Solo chi struttura progetti validati, finanziabili e scalabili, con un impianto tecnico–finanziario solido, potrà cogliere appieno le opportunità del sistema.
Finanza combinata significa:
Costruire dossier d'investimento completi;
Parlare lo stesso linguaggio con tecnici, banche, fondi, assicurazioni;
Anticipare le richieste del mercato e delle istituzioni.
Le imprese sono pronte a questo cambio di paradigma?