Coronavirus e finanza: quali opportunità per le imprese?

Il Coronavirus non ferma le aziende che in questo periodo sentono in maniera forte la necessità di agevolazioni da parte dello Stato e dagli istituti di credito. In questi giorni, in cui tutta l’Italia sembra fermarsi, le imprese non possono e non devono fermarsi.
Siamo tutti sulla stessa Banca.O forse no.Ma con i Contributi Statali, forse si.
PERCHÈ LE BANCHE NON INVESTONO PIÙ IN DIPARTIMENTI TECNICI SPECIFICI PER CAPIRE PRODUZIONE E COMMERCIO DEGLI ANNI FUTURI?
Oggi, a differenza del passato, si registrano meno istituti di credito a causa, negli ultimi anni, delle diverse acquisizioni e fusioni. É un dato di fatto, inoltre, che nonostante si sia registrata una loro diminuzione, si distinguono le banche con molta fatica l’una dall’altra. Il credito per imprese deboli o quasi deboli, che in questi anni è diminuito, è di conseguenza avocato nelle Direzioni Generali. 
Parlando in cifre…
Dal 2011 al 2019 sono spariti oltre 270 mld nei finanziamenti alle imprese e nel corso dello scorso anno (periodo agosto ’18 / Agosto ’19) il taglio è stato di circa 51 mld.

QUAL È LA SITUAZIONE IMPRENDITORIALE ALLO STATO ATTUALE

I dati attuali per le imprese deboli fanno riflettere. Analizzando quante di queste aziende potrebbero morire in caso di perdurare della crisi, si arriva a stimare tra il 30 e il 34%.
Un dato sicuramente non trascurabile per chi fa impresa.
Le previsioni parlano chiaro: senza una finanza strutturata nel tempo medio-lungo non potranno sopravvivere né le imprese deboli né le forti.
Nel Nord- Est si è registrato negli ultimi 5 anni che le richieste di finanziamento sono diminuite presso le Grandi Banche e aumentate presso le Banche piccole e medie. La domanda che viene da porsi è: 
quando queste ultime, nel mondo cooperativo, si fonderanno, verso chi si sposterà la domanda di prestiti a medio termine?
Di sicuro i fondi di garanzia sono uno strumento a cui ricorrere ma non risolvono il problema.

SI PARLA DI BORSA, BOND, PRIVATE DEBT: MA SONO VERAMENTE STRADE PER TUTTI? 

Si rende necessario attuare dei cambiamenti di atteggiamento. Il piano industriale non è più facoltativo ma uno strumento di indiscutibile necessità.
Altresì definito come business plan, è il da considerarsi il documento guida che illustra in termini qualitativi e quantitativi le intenzioni del management relative alle strategie competitive dell’azienda, e di conseguenza dei suoi obiettivi anche nel piano degli investimenti.
Altro punto da cambiare è il lieve tentativo in questi ultimi anni di ravvivare il mercato del credito in Bonis. La situazione vede attualmente il 15% dei Bonis diventare parte Utp (unlikely to pay).
Al contempo sono aumentate le quotazioni ai mercati regolamentati, le emissioni di bond, e i prestatori di denaro fuori dalle banche, ma non parliamo di numeri tali da tranquillizzare.


LA SOLUZIONE: FARE PIANIFICAZIONE PER ATTRARRE CREDITO “NON A BREVE TERMINE” E CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO.

Una risposta iniziale potrebbe essere di organizzare una prima operazione di durata 18 mesi ed oltre, in ottica di omogeneità di forme tecniche. 
Mai affidarsi al caso per quanto riguarda gli istituti di credito! Farsi supportare da banche specializzate, e meglio, se possibile, diverse dalle abituali. Questo è consigliato per evitare di cumulare affidamenti.
Occorre predisporre, con il supporto di tecnici adeguati, dei piani finanziari attrattivi che possano creare consenso e stimolare le banche a riprendere a studiare le evoluzioni aziendali.
È importante “collegare” l’esigenza finanziaria ordinaria ai contributi a fondo perduto che spesso non coprono il 100% del progetto, ma solo una parte o una percentuale ben inferiore. Questo avviene perché i contributi a fondo perduto sono associati ad altre tipologie di contributo, come ad esempio un finanziamento a tasso agevolato o un credito d’imposta.
Non aspettare di avere bisogno ma previeni criticità con enti creditizi. La pianificazione è uno strumento indispensabile. L’orgoglio molto meno.

COSA CONSIGLIO?

  • Predisporre un piano serio, efficace e credibile quanto prima. Non è il caso di aspettare la crisi di impresa per attuarlo. Come si dice “Prevenire è meglio che curare”.

  • Pianificare la situazione finanziaria, mista tra finanza agevolatacontributi a fondo perduto e finanza ordinaria, significa anticipare le richieste di banche che oramai spesso operano con sistemi predittivi e con una quantità enorme di dati. Non bisogna mai dimenticare che le banche fanno sempre più fatica a coniugare i prodotti con la relazione commerciale.

Il multi affidamento relazionale sta vivendo momenti difficili. Le aziende devono cominciare a testare il credito cartolarizzato derivante dal modello americano del «product and sell» e non far più conto su abbondanza di credito anche se non si è mai vista tanta liquidità.


Se vuoi approfondire l'argomento,

fare squadra